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Virus di Epstein-Barr legato alla sclerosi multipla infantile: conferme da uno studio italiano

Virus di Epstein-Barr legato alla sclerosi multipla infantile: conferme da uno studio italiano
Photo by Parentingupstream – Pixabay
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Ricerca dell’Ospedale Bambino Gesù evidenzia il ruolo della mononucleosi come fattore di rischio anche nei più giovani.

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L’infezione da virus di Epstein-Barr (Ebv), responsabile della mononucleosi infettiva, è da tempo associata alla sclerosi multipla (Sm) negli adulti. Ora, uno studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, pubblicato sulla rivista Journal of Neurology, conferma che questo collegamento vale anche per bambini e adolescenti. La cosiddetta “malattia del bacio”, dunque, potrebbe costituire un fattore di rischio diretto per lo sviluppo della Sm anche nella popolazione pediatrica.

Sclerosi multipla nei bambini: una forma rara ma complessa

La sclerosi multipla è una patologia autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale, danneggiando la mielina, ossia la guaina protettiva delle fibre nervose. Sebbene il 90% dei casi si manifesti in età adulta, circa il 10% insorge prima dei 18 anni, e solo l’1% colpisce prima dei 10. Nei pazienti pediatrici, la malattia presenta caratteristiche peculiari che richiedono diagnosi tempestive, approcci terapeutici dedicati e protocolli clinici su misura. L’Ospedale Bambino Gesù è un punto di riferimento nazionale per queste forme precoci.

Il ruolo dell’Ebv nello sviluppo della Sm

Il virus di Epstein-Barr è molto diffuso: infetta la maggior parte della popolazione spesso in modo asintomatico. Tuttavia, non tutti coloro che contraggono l’infezione sviluppano la Sm. La scienza sta cercando di chiarire i meccanismi biologici che potrebbero spiegare questa correlazione. Sebbene il legame tra Ebv e sclerosi multipla sia ben documentato negli adulti, rimaneva più incerto nei bambini. Oggi, però, le evidenze si rafforzano.

Un precedente studio italiano, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences e coordinato dal Centro Sclerosi Multipla della Sapienza insieme all’Università Telematica San Raffaele, ha dimostrato che alcune varianti del virus interagiscono con geni che aumentano la predisposizione alla Sm. Anche questo apre nuove prospettive nella comprensione del ruolo dell’Ebv come elemento scatenante.

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Lo studio del Bambino Gesù: dati e risultati

I ricercatori dell’Unità di Neurologia dello Sviluppo dell’Ospedale Bambino Gesù, in collaborazione con la Sapienza Università di Roma, hanno analizzato i campioni ematici di 219 pazienti tra i 6 e i 17 anni. Di questi, 57 erano affetti da sclerosi multipla. Tutti risultavano positivi all’Ebv, anche se spesso in assenza di sintomi evidenti.

Come confronto, sono stati esaminati anche bambini con altre malattie autoimmuni non neurologiche o con cefalea primaria, considerati immunologicamente sani: solo il 59% di questi mostrava tracce di una pregressa infezione da Ebv. La differenza, statisticamente significativa, rafforza l’ipotesi di un legame diretto tra l’Ebv e la Sm nei giovani.

“I nostri risultati confermano che l’infezione da Ebv è un fattore di rischio fondamentale anche nel bambino e nell’adolescente”

afferma Gabriele Monte, primo autore dello studio.

“Comprendere le cause della sclerosi multipla è importante per sviluppare trattamenti mirati e strategie di prevenzione efficaci – sottolinea Massimiliano Valeriani, responsabile di Neurologia dello Sviluppo e coordinatore della ricerca – Il nostro studio supporta la possibilità che un vaccino contro il virus della mononucleosi possa avere un impatto concreto nella prevenzione della sclerosi multipla pediatrica”.