Prima di un infarto il corpo manda spesso messaggi chiari, anche se silenziosi. Riconoscerli può cambiare il corso degli eventi.

Un infarto raramente arriva senza preavviso. Nelle ore, nei giorni o persino nelle settimane che lo precedono, il corpo può inviare segnali anche sottili, ma significativi. Sintomi sfumati come dolori toracici intermittenti, stanchezza inspiegabile o difficoltà respiratorie possono rappresentare i primi avvertimenti di un evento cardiaco imminente. Il problema? Spesso vengono ignorati o attribuiti ad altre cause, ritardando diagnosi e intervento.
Il petto può dare fastidio, ma non sempre in modo intenso: si tratta di sensazioni come pressione, pesantezza, bruciore o fastidio non ben localizzato. Questi episodi, anche se transitori, vanno presi sul serio, specialmente se accompagnati da altri disturbi. L’American Heart Association raccomanda di prestare attenzione anche ai segnali più lievi, perché possono essere l’inizio di qualcosa di molto più serio.
Quando la stanchezza parla al posto del dolore
Sentirsi spossati senza motivo può essere un vero campanello d’allarme, soprattutto se la sensazione persiste nonostante il riposo. Questa fatica “diversa dal solito” può rendere faticose anche azioni semplici, come fare una rampa di scale. Non è raro che venga sottovalutata, specie nelle donne.
Una ricerca pubblicata sul Journal of the American Medical Association (JAMA) ha mostrato che oltre il 70% delle donne colpite da infarto aveva sperimentato una forte stanchezza nei giorni precedenti. Un segnale, questo, che spesso viene ignorato o attribuito allo stress, ma che in realtà potrebbe rappresentare un’allerta precoce del cuore.

Respiro corto, insonnia, sudorazione: segnali del corpo in allerta
Altri sintomi poco noti, ma potenzialmente rilevanti, includono i disturbi del sonno. Risvegli notturni frequenti, difficoltà ad addormentarsi o ansia inspiegabile durante la notte possono riflettere un’attivazione interna legata a disfunzioni cardiache in fase iniziale. Secondo il National Institutes of Health, questi disturbi sono collegati a un aumento della pressione notturna e del cortisolo, due fattori che alzano il rischio cardiovascolare.
Un altro indicatore da non sottovalutare è la dispnea, ovvero il respiro corto, soprattutto se si manifesta senza sforzi particolari. Quando il cuore fatica a pompare sangue, i polmoni possono riempirsi di liquidi, provocando la sensazione di non riuscire a respirare profondamente. Questo sintomo, comune a entrambi i sessi, può però presentarsi in modo più atipico nelle donne, senza il classico dolore al petto.
Infine, la sudorazione fredda e improvvisa è un chiaro segnale che il sistema nervoso autonomo sta reagendo a una sofferenza interna. Pelle umida, brividi e freddo senza causa apparente sono segnali da non ignorare, soprattutto se associati ad altri disturbi.
Dolore irradiato, vertigini, nausea: i segnali che confondono
Quando il dolore si irradia in zone diverse dal petto – braccio sinistro, collo, mandibola, schiena o stomaco – il rischio è di attribuirlo a problemi muscolari o gastrointestinali. In particolare, le donne possono manifestare dolori più diffusi e atipici, spesso diagnosticati erroneamente.
Anche sintomi come nausea persistente, bruciore di stomaco, vomito o gonfiore addominale possono nascondere un’origine cardiaca, dato che cuore e stomaco condividono vie nervose comuni. Lo evidenzia anche uno studio pubblicato sull’European Heart Journal, secondo cui questi segnali sono più frequenti nei soggetti diabetici, spesso colpiti da infarti silenti.
Infine, vertigini, stordimento o svenimenti improvvisi possono indicare un’insufficiente afflusso di sangue al cervello, legato a una ridotta attività del cuore. A volte si tratta dell’unico segnale prima dell’infarto, e nei pazienti più anziani può essere confuso con disturbi neurologici, con il rischio di ritardi diagnostici gravi.

