Una condizione vascolare poco conosciuta, ma che può nascondere patologie più gravi.

Mani ghiacciate, piedi intorpiditi, pelle che pizzica: sintomi comuni durante l’inverno. Ma quando questi segnali diventano ricorrenti o si manifestano anche con temperature non particolarmente rigide, potrebbero indicare la sindrome di Raynaud, una condizione che coinvolge la circolazione periferica. Questa sindrome causa episodi di vasospasmo, ovvero un restringimento anomalo dei vasi sanguigni, che riduce il flusso di sangue verso le estremità del corpo – in particolare dita delle mani e dei piedi – causando cambiamenti di colore, formicolii, dolore o bruciore. Nella forma più comune è benigna, ma in alcuni casi può essere associata a malattie autoimmuni come lupus o artrite reumatoide.
I segnali da riconoscere e quando preoccuparsi
Il sintomo più evidente è il cambiamento di colore delle dita: da bianche a bluastre, fino a rosse e gonfie quando la circolazione si ripristina. Questi episodi possono durare da pochi minuti a diverse ore e spesso si presentano in risposta al freddo o allo stress. A differenza della normale sensazione di freddo, Raynaud può manifestarsi anche in ambienti climatizzati o con lievi variazioni termiche. Le aree più colpite sono mani e piedi, ma in alcuni casi anche naso, orecchie, labbra e capezzoli. È consigliabile consultare un medico se:
- I sintomi sono frequenti, intensi o peggiorano nel tempo
- Colpiscono solo un lato del corpo
- Compromettono le attività quotidiane
- Si associano a dolori articolari, eruzioni cutanee o debolezza muscolare
- Si manifestano per la prima volta dopo i 30 anni
- Compaiono nei bambini sotto i 12 anni

Le cause e i farmaci che possono scatenarla
La sindrome può essere primaria (isolata, più comune e lieve) o secondaria, legata ad altre malattie. In alcuni casi, può essere indotta o aggravata da farmaci che causano vasocostrizione. Tra i più noti: beta-bloccanti, usati per ipertensione e problemi cardiaci; triptani ed ergotamina per l’emicrania; clonidina, pillola anticoncezionale, e alcuni chemioterapici (come cisplatino e vinblastina). Anche estrogeni, bromocriptina, cocaina, sulfasalazina e farmaci per l’ADHD come metilfenidato sono stati associati a Raynaud. È fondamentale che i pazienti informino il medico in caso di sintomi sospetti, per valutare terapie alternative o aggiustamenti di dosaggio.
Prevenzione, cure e rischi in caso di mancato trattamento
Chi soffre di Raynaud può adottare strategie quotidiane per ridurre la frequenza degli attacchi. Tra i consigli: evitare il fumo e la caffeina, proteggere bene mani e piedi anche in casa, mantenere caldi gli ambienti, fare attività fisica regolare e ridurre lo stress. Nei casi lievi, queste precauzioni possono bastare. Per le forme più severe, si ricorre a vasodilatatori prescritti dal medico. Ignorare i sintomi, soprattutto nelle forme secondarie, può portare a complicazioni gravi: ulcere dolorose, infezioni persistenti e, nei casi estremi, necrosi e rischio di amputazione. Intervenire precocemente consente di prevenire il peggioramento e migliorare la qualità della vita.

