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Focolaio di legionella a Milano: un morto e otto ricoverati nel quartiere San Siro

Focolaio di legionella a Milano: un morto e otto ricoverati nel quartiere San Siro
Photo by Parentingupstream – Pixabay
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Tra i contagiati, tutti presentano fattori di rischio predisponenti. L’ipotesi principale riguarda l’acqua stagnante.

Focolaio di legionella a Milano: un morto e otto ricoverati nel quartiere San Siro
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Undici persone colpite, di cui una deceduta e otto ricoverate: è il bilancio provvisorio del focolaio di legionella scoppiato nel quartiere San Siro di Milano, nei pressi di via Rembrandt. A comunicarlo è l’Ats Città di Milano, che conferma come tutti i casi abbiano “fattori di rischio predisponenti per l’infezione da legionella”.

La situazione ha spinto l’Agenzia per la Tutela della Salute ad avviare immediatamente indagini approfondite, con l’obiettivo di individuare la fonte esatta del contagio. Campionamenti sono già stati effettuati nelle abitazioni coinvolte, ma i risultati di laboratorio sono ancora in fase di elaborazione. Al contempo, si stanno esaminando anche altri luoghi sensibili del quartiere.

Indagini in corso: ipotesi impianti idrici e climatizzazione

Le prime verifiche si concentrano sulle possibili fonti di proliferazione del batterio. La legionella si sviluppa e si moltiplica principalmente nelle reti idriche, in particolare quando l’acqua ristagna o quando le tubature presentano residui di ruggine o calcare. Anche gli impianti di condizionamento dotati di sistemi di umidificazione rappresentano una possibile via di contaminazione.

Gli esperti stanno cercando di determinare se il batterio sia presente nella rete idrica pubblica, nei tubi di singoli condomini o in impianti centralizzati. Le indagini puntano a localizzare il focolaio con precisione per attuare le necessarie misure di bonifica.

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Come avviene il contagio e quali sono i sintomi

La legionella si trasmette esclusivamente per inalazione di microgocce d’acqua contaminata, il cosiddetto aerosol. Non è quindi possibile contrarre l’infezione attraverso l’acqua potabile o da contatti tra persone.

I sintomi variano da forme lievi, simili a un’influenza, a quadri più gravi come la polmonite. Febbre, brividi, cefalea, dolori muscolari e tosse sono tra i segnali più comuni. Nei casi più severi si possono manifestare anche difficoltà respiratorie, dolori toracici, diarrea, vomito, stato confusionale e dolori addominali.

Prevenzione: cosa fare per proteggersi

Alcuni semplici accorgimenti possono ridurre significativamente il rischio di esposizione. È consigliato impostare la temperatura di boiler e scaldabagni autonomi tra i 45 e i 48 gradi: il batterio, infatti, prolifera tra i 20 e i 45 gradi, ma viene neutralizzato da temperature più elevate. Prima di utilizzare la doccia, è utile far scorrere l’acqua calda e poi quella fredda, mantenendosi a distanza dal getto ed eventualmente aerando il bagno per evitare di inalare eventuali vapori contaminati.

Particolare attenzione va prestata anche agli apparecchi per aerosol o ossigenoterapia: è fondamentale non riempirli con acqua prelevata direttamente dal rubinetto.

L’ultimo episodio simile risale a luglio, in via Rizzoli, sempre a Milano, dove si erano registrati nove casi di legionella, con un decesso. Anche nel 2017, lo stesso stabile era stato interessato da un’infezione analoga.