Il mistero dell’allungamento della vita svela che l’ambiente potrebbe contare più dei geni. Scopri di più sulle ultime ricerche e sul ruolo fondamentale dei fattori ambientali nella longevità.

Quando si tratta dell’enigmatico fenomeno della longevità, recenti scoperte scientifiche stanno riscrivendo quanto pensato finora. Un interessante studio finlandese, sebbene ancora in revisione, porta alla ribalta l’importanza dell’ambiente rispetto ai gene nel determinare quanto a lungo viviamo. Facendo eco a questa ricerca, il genetista italiano Giuseppe Novelli, specialista dell’Università di Roma Tor Vergata, solleva dubbi sulle concezioni tradizionali della longevità come un’eredità familiare inevitabile.
I Fattori Ambientali al Centro del Palcoscenico
La complessa ricerca finlandese ha monitorato per oltre 17 anni un campione di 5.576 persone, tra cui gemelli identici e fraterni, per distinguere chiaramente l’influenza genetica da quella ambientale sulla mortalità. Una delle peculiarità di questo studio è la sua vastità e durata, che conferiscono maggiore precisione nel differenziare i fattori in gioco. I gemelli monozigoti, che condividono lo stesso patrimonio genetico, e i dizigoti, geneticamente diversi, hanno reso possibile questa analisi. Novelli spiega: “Il modello dei gemelli è da tempo un metodo eccellente per capire cosa sia radicato nei geni e cosa dipenda dall’ambiente. Mentre patologie come la schizofrenia mostrano forti legami genetici, altre abitudini, come bere caffè, non lo sono affatto.”
I fattori Determinanti per una Vita Lunga

Uno dei risultati più sorprendenti dello studio è che i geni potrebbero spiegare solo il 30% della longevità, lasciando la parte preponderante, il 70%, ai fattori ambientali. L’abitudine al fumo si è rivelata particolarmente nociva, con chi fuma oltre 20 sigarette al giorno che affronta un rischio di morte tre volte maggiore rispetto ai non fumatori. Viceversa, il sesso femminile sembra offrire un vantaggio, con le donne che hanno mostrato un rischio di mortalità inferiore del 32% rispetto agli uomini durante il periodo dell’indagine. Fattori come l’inattività fisica, l’eccessivo consumo di alcol e la bassa istruzione scolastica sono stati evidenziati come elementi negativi. Questo suggerisce che la salute e la longevità siano influenzate dalle scelte di vita piuttosto che solo dalle predisposizioni genetiche.
Genetica e Ambiente: Un Equilibrio Epigenetico
Capire il fenomeno dell’epigenetica è fondamentale per cogliere come l’ambiente modifichi l’espressione genetica senza alterare il DNA stesso. Novelli illustra perfettamente questo concetto, paragonando il DNA a un individuo non spoglio, ma vestito di “vestitini” epigenetici. Questi “abiti” rappresentano modifiche epigenetiche influenzate dall’alimentazione, dall’attività fisica e dalle interazioni sociali, che a loro volta cambiano l’operato dei geni. Non sorprende, quindi, che le Blue Zones, regioni con alti tassi di ultracentenari, interessano molti studiosi, sebbene Novelli inviti alla cautela nei confronti dei dati anagrafici non sempre affidabili.
Navigando tra Limiti e Prospettive Future

Sebbene lo studio finlandese offra spunti preziosi, non è esente da limitazioni. La partecipazione volontaria può introdurre un “bias del volontario in salute”, distorcendo i risultati verso chi è già attento al benessere personale. Inoltre, il peso delle varianti genetiche rare sulla longevità è un terreno ancora inesplorato. Professor Floris dell’Università di Sassari fa eco a queste preoccupazioni e avverte che test genetici commerciali oggi disponibili non sono sufficientemente affidabili per predire la longevidità senza un’adeguata supervisione medica.
Un Futuro di Medicina Proattiva
L’Università di Roma Tor Vergata ha intrapreso un passo innovativo con l’istituzione del “l’ambulatorio dei sani”, dove individui sani possono indagare sui rischi medici correlati al loro profilo genetico. Come afferma Novelli, pur non potendosi modificare il proprio DNA, è possibile adottare stili di vita che prevengano malattie in ritardo. Questo approccio proattivo mira a ridurre il carico sui sistemi sanitari, mirando a una prevenzione efficace anziché a una cura tardiva.
Il Complicato Universo del Gene

Il viaggio nel mondo del gene, l’elemento ereditario principe, parte dalla storica scoperta di Gregor Mendel e si estende all’identificazione dei geni nei cromosomi da parte di Thomas Hunt Morgan. Questi frammenti di DNA, pur costituendo solo una piccola frazione del nostro genoma, sono vitali per la formazione biologica e sanitaria. Le mutazioni o variazioni nei geni possono avere importanti ripercussioni sulla salute e la predisposizione alle malattie.

