Con l’arrivo dell’autunno riparte la rete di monitoraggio nazionale: nuove definizioni cliniche, tamponi mirati e focus sui vaccini per una stagione sotto controllo.

Con l’ingresso nel vivo della stagione influenzale, prende ufficialmente il via la sorveglianza della rete RespiVirNet, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute. Attiva da lunedì 13 ottobre, la rete osserva l’andamento delle infezioni respiratorie in tutta Italia, grazie alla collaborazione di medici di famiglia, pediatri e laboratori regionali.
Tra le novità di quest’anno, una serie di aggiornamenti pensati per rendere il sistema più preciso e rappresentativo della realtà virologica. Oltre al nuovo protocollo operativo in fase di definizione, sul portale dedicato sono già disponibili tutti i materiali aggiornati, con un focus particolare su diagnosi e sintomi chiave. I primi bollettini con i dati di sorveglianza sono attesi a breve, utili per comprendere come si sta evolvendo la curva dei contagi.
Nuova definizione di caso: da “simil-influenzale” ad “infezione respiratoria acuta”
Uno dei cambiamenti più significativi riguarda la definizione stessa di caso. In passato si parlava di sindrome simil-influenzale (ILI), ma ora si adotta il termine infezione respiratoria acuta (ARI), più adatto a descrivere l’intero spettro di virus coinvolti.
Quali sono i segnali da tenere d’occhio? L’insorgenza improvvisa dei sintomi è il primo campanello d’allarme. A questo si aggiunge la presenza di almeno uno fra questi quattro sintomi respiratori: tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria o coriza (raffreddore con naso che cola). A completare la valutazione è sempre il giudizio del medico, che deve stabilire se si tratti effettivamente di un’infezione.
Tamponi e strategia di campionamento: il ruolo chiave della tempestività
La corretta esecuzione dei tamponi è un altro pilastro della nuova strategia. “Il tampone oro-naso-faringeo deve essere effettuato nella fase acuta della malattia, preferibilmente entro 7 giorni dall’inizio dei sintomi”, spiega il virologo Fabrizio Pregliasco ad Adnkronos Salute.
Ogni Asl o Regione è incaricata di coordinare la raccolta dei campioni, in collaborazione con il laboratorio di riferimento. Si raccomanda un campionamento casuale dei primi pazienti con ARI che si presentano ogni settimana, evitando i lunedì per ridurre il rischio di distorsioni legate ai sintomi iniziati nel weekend. L’obiettivo? Almeno 3-5 tamponi a settimana, con flessibilità in base alle risorse locali e al livello di circolazione dei virus.

Focus vaccini: più dati per una sorveglianza completa
Anche la raccolta dei dati sulle vaccinazioni si arricchisce di nuovi elementi. Come spiega il direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università Statale di Milano, nella scheda per la sorveglianza virologica è ora inclusa una sezione dedicata alle immunizzazioni.
I dati richiesti riguardano: vaccinazione antinfluenzale per la stagione corrente e quelle passate, vaccinazione contro il Sars-CoV-2, e per i bambini sotto i 5 anni, le informazioni relative alla protezione contro l’RSV (virus respiratorio sinciziale), specificando se si tratta di somministrazione tramite monoclonale o vaccino in gravidanza.
La sorveglianza virologica è iniziata nella settimana 42 (13-19 ottobre), in parallelo a quella epidemiologica. L’obiettivo? Estenderla per tutto l’anno, fino alla settimana 41 del 2026. Si punta anche a potenziare il ruolo dei medici e pediatri sentinella, in particolare nelle regioni dove finora la sorveglianza era limitata ai tamponi ospedalieri.
Infine, si amplia lo spettro dei virus da monitorare: oltre all’influenza, al SARS-CoV-2 e all’RSV, i laboratori RespiVirNet sono invitati a testare anche rinovirus, virus parainfluenzali, adenovirus, metapneumovirus, bocavirus e altri coronavirus umani.

