Sempre più utilizzato nei rimedi casalinghi, l’aceto di mele promette capelli lucidi e leggeri. Ma è davvero efficace? E soprattutto, è sicuro?

L’aceto di mele ha guadagnato popolarità come risciacquo acido grazie al suo pH basso – tra 2 e 3 – che aiuta a richiudere le cuticole del capello, levigando la superficie e restituendo un’apparente luminosità immediata. Questo effetto può ridurre il crespo e rendere i capelli più maneggevoli.
Tuttavia, dietro questo beneficio superficiale si nasconde un potenziale problema: l’uso regolare e non diluito può alterare la barriera protettiva del cuoio capelluto. Irritazioni, disidratazione e indebolimento della fibra capillare sono effetti tutt’altro che rari. Un rimedio che sembra innocuo rischia così di compromettere la salute del capello nel lungo termine.
Quando l’acidità diventa un problema: le controindicazioni
L’aceto di mele, se usato in modo scorretto, può rivelarsi troppo aggressivo. Il suo pH è inferiore a quello fisiologico del cuoio capelluto, che si aggira tra 4.5 e 5.5. Applicato puro o in soluzioni concentrate, può causare:
- Irritazioni e arrossamenti, specialmente in chi ha una cute sensibile o soffre di dermatite;
- Secchezza del capello, dovuta alla rimozione degli oli naturali essenziali;
- Fragilità e opacità, che aumentano con l’uso continuato.
A differenza dei rimedi fai da te, i prodotti cosmetici formulati specificamente per il benessere dei capelli rispettano il pH naturale e contengono ingredienti idratanti e protettivi. Queste soluzioni, sviluppate in laboratorio, offrono un’efficacia mirata senza compromettere l’equilibrio cutaneo.
Falsi miti: l’aceto come colorante o trattamento sebonormalizzante
Contrariamente a quanto si crede, l’aceto di mele non tinge i capelli né copre quelli bianchi. Non possiede pigmenti in grado di legarsi alla cheratina. Per mantenere una chioma bianca o grigia luminosa e priva di riflessi gialli, è preferibile utilizzare shampoo silver o antigiallo, arricchiti con pigmenti blu o viola studiati per neutralizzare i toni caldi.
E per chi ha capelli grassi? Anche qui, l’aceto viene spesso considerato un “purificante naturale”. In realtà, la sua azione sgrassante può peggiorare la situazione. Privando la cute degli oli protettivi, può innescare un meccanismo di compensazione che porta a una produzione eccessiva di sebo, rendendo i capelli unti ancora più in fretta. Il cosiddetto effetto rebound finisce per aggravare il problema iniziale.

La scelta consapevole: meglio affidarsi alla cosmetica formulata
I prodotti professionali per il trattamento dei capelli sono frutto di studi approfonditi e garantiscono risultati duraturi. Ogni formula è calibrata per offrire il massimo beneficio senza compromettere l’equilibrio cutaneo.
Contengono ingredienti come:
- Agenti condizionanti per districare senza appesantire;
- Oli e burri nutrienti (argan, karité) per ripristinare l’idratazione;
- Proteine rinforzanti (cheratina, grano) per riparare la fibra;
- Vitamine e estratti botanici con azione lenitiva e antiossidante.
Soprattutto, garantiscono standard di sicurezza e uniformità: ogni applicazione è identica alla precedente, senza rischi legati a errori di diluizione o variazioni nella concentrazione. Affidarsi a questi prodotti consente di ottenere capelli visibilmente sani e curati, evitando i pericoli nascosti dietro le soluzioni fai da te.

