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Abiti vicino ad un campo di golf? Rischi questa malattia

Abiti vicino ad un campo di golf? Rischi questa malattia
Photo by Hotel Der Oeschberghof – Golf – Spa – Tagung – Openverse
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I dati di una recente ricerca scientifica ha trovato un’incredibile collegamento fra una nota malattia neurovegetativa e lo sport del golf. I motivi.

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La prossimità ai campi da golf potrebbe comportare rischi per la salute più significativi di quanto si pensi. Un recente studio del Barrow Neurological Institute negli Stati Uniti ha sollevato preoccupazioni circa la possibilità che vicini abitanti possano affrontare un rischio aumentato di malattia di Parkinson. Gli scienziati suggeriscono che questo sia legato all’uso intensivo di pesticidi sui green, temi che meritano ulteriori esplorazioni.

Un Doppio Rischio di Parkinson

Secondo lo studio, chi vive entro un raggio di 5 chilometri dai campi da golf potrebbe avere più del doppio delle probabilità di sviluppare il Parkinson rispetto a chi risiede più lontano. Il sospetto è che i pesticidi utilizzati possano contaminare l’acqua potabile. Tuttavia, esperti indipendenti, come quelli dello Science Media Centre nel Regno Unito, sottolineano la complessità della malattia e la necessità di escludere molti fattori prima di stabilire correlazioni definitive.

Negli Stati Uniti, l’uso di pesticidi in questi ambienti può essere fino a 15 volte superiore rispetto all’Europa. Tra i pesticidi impiegati figurano sostanze note per il loro impatto negativo sulla salute, come organofosfati e composti organoclorurati. Studi precedenti hanno già evidenziato legami tra questi prodotti chimici e l’aumento del rischio di effetti avversi, specialmente attraverso meccanismi che causano stress ossidativo e danneggiamento dei neuroni dopaminergici.

La Complessità dello Studio

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Il Barrow Neurological Institute ha utilizzato il Rochester Epidemiology Project, un sistema di dati medici, per esaminare l’associazione tra vicinanza ai campi da golf e incidenza del Parkinson. Lo studio copre un’area multicontea nel Minnesota e nel Wisconsin, coinvolgendo 139 campi da golf.

La ricerca si basa su due ipotesi principali: un rischio aumentato di Parkinson tra chi vive vicino ai campi e una maggiore vulnerabilità per coloro che utilizzano acqua da fonti idriche contaminate. I ricercatori hanno consultato cartelle cliniche dal 1991 al 2015, confermando le diagnosi attraverso esami specialistici e autopsie cerebrali. I controlli hanno abbinato i casi di Parkinson per età e sesso, analizzando il legame con la residenza.

Le Implicazioni della Scoperta

L’analisi effettuata dal team americano ha portato all’identificazione di 450 casi di Parkinson nella contea di Olmsted e ha evidenziato come anche la storia residenziale dei partecipanti possa giocare un ruolo significativo. Paolo Maria Rossini, esperto in neuroscienze a Roma, ha sottolineato che lo studio offre un’importante riflessione sui pesticidi come possibile causa delle malattie neurodegenerative. Tuttavia, egli osserva che la ricerca non affronta completamente l’intervallo di tempo necessario affinché queste sostanze inneschino la neurodegenerazione.

Rossini mette in luce una lacuna cruciale: capire se i pesticidi siano agenti unici o concorrenti nel processo di neurodegenerazione. Questo studio rappresenta solo un passo verso la comprensione di come le esposizioni ambientali, combinate con una predisposizione genetica, possano influenzare l’insorgenza delle malattie neurodegenerative.

In sintesi, il vivere vicino a un campo da golf potrebbe presentare più sfide alla salute di quanto supposto, ma ulteriori ricerche sono essenziali per chiarire questi collegamenti. Mentre continuiamo a esplorare l’interazione tra ambiente e salute, è fondamentale promuovere politiche pubbliche che proteggano l’acqua e riducano l’esposizione a potenziali tossine ambientali.