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Virus chikungunya: la paura che sia peggio del West Nile

Virus chikungunya: la paura che sia peggio del West Nile
Photo by francok35 – Pixabay
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Se ne sta parlando poco ma è sbarcato il Europa un nuovo virus, chikungunya, la esistenza risale già a molti anni fa ma sembrava sopito. Cosa sapere in anticipo.

Virus chikungunya: la paura che sia peggio del West Nile
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Negli ultimi anni, un timore crescente ha iniziato a emergere nel panorama delle malattie infettive: il ritorno del chikungunya. Con un quadro che riecheggia gli anni 2004-2005, quando un’epidemia colpì mezzo milione di persone, il virus trasmesso dalle zanzare sembra più minaccioso che mai. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il chikungunya minaccia ben 119 Paesi, mettendo a rischio la salute di quasi 5,6 miliardi di individui.

Origini del Chikungunya: un viaggio nella storia e tra i sintomi

Scoperto per la prima volta negli anni Cinquanta, il virus chikungunya deriva il suo nome dal termine “ciò che si piega”, utilizzato dal popolo Makonde in Tanzania. Questo nome rende chiaro riferimento ai gravi dolori articolari che possono piegare chi ne è affetto. I sintomi principali includono febbre alta, gonfiore delle articolazioni, mal di testa, nausea e stanchezza. Di solito, affiora 4-8 giorni dopo il morso della zanzara infetta, risolvendosi generalmente in pochi giorni. Tuttavia, in casi rari può causare complicazioni più gravi, soprattutto in anziani o persone con patologie preesistenti, coinvolgendo occhi, cuore e sistema nervoso.

Espansione geografica: dal Madagascar all’Europa

Virus chikungunya: la paura che sia peggio del West Nile
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Sebbene al momento la diffusione non sembri eccessivamente allarmante, le sue tracce si sono già manifestate in diversi contesti globali. La Réunion, isola francese nell’Oceano Indiano, ha registrato i primi casi nel 2025, colpendo circa il 30% della popolazione. Successivamente, il virus si è propagato nei vicini Madagascar, Kenya, Somalia e India. Il turismo e il movimento di persone hanno facilitato l’arrivo del virus in Europa, in particolare in Francia. Dal 1° maggio, il paese ha riportato circa 800 casi, molti dei quali riguardano viaggiatori di ritorno da regioni tropicali. Tuttavia, dodici focolai locali sono emersi in prossimità del confine con la Spagna, lasciando le autorità sanitarie francesi preoccupate per ulteriori contagi nella Francia continentale.

Chikungunya in Italia: un rischio da monitorare

In Italia, la situazione sembra ancora sotto controllo, con due soli casi segnalati, entrambi in Emilia-Romagna, nella zona di Bologna. Nonostante i numeri ridotti, è essenziale mantenere alta l’attenzione per evitare che il chikungunya si radichi ulteriormente nel territorio. La possibilità di trasmissione locale esiste, e il sistema sanitario deve prepararsi a identificare e contenere rapidamente eventuali nuovi casi.