Dalla terapia per il diabete alla nuova ossessione per perdere peso: la semaglutide, soprattutto nella sua versione commerciale Ozempic, sta vivendo un boom senza precedenti.

Negli ultimi anni, la semaglutide si è trasformata da trattamento per il diabete di tipo 2 a una sorta di “scorciatoia” per perdere peso. Il principio attivo, commercializzato soprattutto con il nome Ozempic, agisce riducendo l’appetito e favorendo un significativo calo ponderale. Tuttavia, la sua prescrizione per la gestione del peso è regolata da criteri rigorosi: è indicata solo per chi soffre di obesità o presenta condizioni cliniche associate, come ipertensione, prediabete o disturbi cardiovascolari.
Il farmaco non è una soluzione universale, ma una terapia da seguire sotto stretto controllo medico. Eppure, la crescente visibilità su TikTok e Instagram lo ha trasformato in un fenomeno virale, portando sempre più persone a cercarlo al di fuori dei canali ufficiali.
Italia: +78,7% di vendite con ricetta bianca
Secondo il più recente rapporto OsMed dell’AIFA, in Italia le vendite di semaglutide attraverso “ricetta bianca” — ovvero fuori dalle prescrizioni del Servizio Sanitario Nazionale — sono aumentate del 78,7%. Numeri che testimoniano un uso ben oltre quello approvato per legge. Chi rientra nei criteri medici può accedere alla formulazione Wegovy, specifica per il controllo del peso, tramite “ricetta rossa”, ma il costo rimane elevato: si parla di 300-400 euro al mese per il trattamento settimanale con iniezioni sottocutanee.
Il prezzo e la difficoltà d’accesso stanno spingendo molti verso soluzioni alternative, spesso pericolose. In rete proliferano offerte di semaglutide venduta senza prescrizione, talvolta in confezioni dall’aspetto identico a quelle originali. Un caso recente, quello di una 31enne padovana finita in coma dopo l’assunzione di un farmaco acquistato online, ha scosso l’opinione pubblica. L’analisi della penna utilizzata ha rivelato la presenza di insulina al posto del principio attivo dichiarato, provocando un grave episodio di ipoglicemia.

Il mercato parallelo online: farmaci falsi e gravi pericoli
Dietro l’impennata di richieste, si nasconde un ecosistema sommerso di farmacie online illegali. Uno studio ungherese ha analizzato oltre mille link emersi da motori di ricerca, scoprendo 317 siti che vendevano semaglutide: 59 di questi erano illegali. I numeri parlano chiaro: i 30 domini più attivi hanno registrato oltre 4,7 milioni di visite in appena tre mesi.
L’indagine ha rivelato un quadro allarmante. Alcuni ordini non venivano mai consegnati, truffe a tutti gli effetti; altri, ricevuti per posta, contenevano farmaci non conformi, contaminati da batteri o con dosaggi irregolari. Alcuni campioni analizzati erano del tutto privi di semaglutide, sostituita con altre sostanze come insulina o composti sconosciuti, rendendo l’autosomministrazione un rischio concreto per la vita.
Vendite camuffate, parole chiave strategiche e truffe globali
Il fenomeno ha assunto proporzioni internazionali. Piattaforme come Made-in-China.com ospitano migliaia di inserzioni sospette: oltre 12.000 risultati per “semaglutide”, spesso accompagnati da immagini di penne iniettive e loghi contraffatti di aziende note come Novo Nordisk o Eli Lilly. Per eludere i filtri automatici, molti venditori utilizzano abbreviazioni (“Sema”, “Tirz”) o diciture ambigue come “solo per uso di ricerca”.
Dietro un’apparente serietà — con tanto di analisi fasulle, contatti WhatsApp per accordi su dogane e pagamenti tramite carte o criptovalute — si cela una distribuzione incontrollata di farmaci potenzialmente pericolosi. Gli studi più recenti parlano di principi attivi inconsistenti, contaminazioni e qualità variabile. Una miscela esplosiva, alimentata dalla combinazione tra domanda crescente, alto costo delle terapie ufficiali e facilità d’acquisto sul web.

