Non è una minaccia concreta né un contagio facile: i casi europei sono rari, isolati e gestiti con cure efficaci e diagnosi tempestive.

Ogni tanto riemerge nei notiziari una parola che evoca scenari drammatici e antiche paure: lebbra. I recenti casi rilevati in Romania e in Croazia hanno riacceso l’attenzione, ma parlare di un ritorno della malattia in Europa può risultare fuorviante. La realtà è ben diversa: non si tratta di un’epidemia, né di una minaccia concreta per la popolazione. La lebbra, oggi nota anche come malattia di Hansen, non è mai scomparsa del tutto dal mondo, ma rimane circoscritta in alcune aree di Asia, Africa e America Latina. In Europa, i casi sono rari e spesso collegati a persone provenienti da Paesi dove la patologia è ancora presente.
Il batterio e le modalità di contagio
Causata da un batterio a crescita molto lenta, la lebbra può manifestarsi anche anni dopo l’infezione. Proprio questa lentezza rende difficile individuare con precisione dove e quando sia avvenuto il contagio. Tuttavia, non è una malattia facilmente trasmissibile: non basta una stretta di mano o condividere oggetti per ammalarsi. Il contagio richiede un contatto stretto e prolungato con una persona infetta non ancora in trattamento. Questi casi isolati, emersi in Europa, sono stati individuati grazie a sistemi sanitari efficienti e a diagnosi sempre più tempestive.

Segnali da non ignorare
I sintomi iniziali sono spesso lievi e possono sfuggire: chiazze cutanee con sensibilità ridotta, formicolii, debolezza muscolare e perdita di sensibilità a mani o piedi. Se ignorata, la malattia può colpire nervi e tessuti, ma questa eventualità è oggi rara nei Paesi con sistemi sanitari avanzati. In Europa, la sorveglianza sanitaria funziona, e i casi vengono trattati con tempestività. Non si può parlare di una circolazione attiva della malattia, quanto piuttosto di episodi isolati che confermano l’importanza della vigilanza.
Cure efficaci e zero allarme
C’è una buona notizia che spesso passa in secondo piano: la lebbra si cura. Da anni è disponibile una terapia antibiotica efficace, che blocca la trasmissione già nelle prime fasi. I farmaci sono accessibili anche nei Paesi europei, e il personale sanitario è formato per riconoscere e gestire i casi. Dunque, non siamo di fronte a un’emergenza, ma piuttosto a una rinnovata occasione per ribadire il valore della prevenzione e dell’informazione corretta. La medicina moderna è perfettamente in grado di affrontare anche malattie che sembravano appartenere al passato.

