In Italia colpisce milioni di persone, ma molti ignorano i danni che può provocare. Il diabete non controllato non è solo un problema di zuccheri nel sangue: può minare silenziosamente organi vitali, con conseguenze gravi nel giro di pochi anni.

Il diabete non gestito agisce nell’ombra. Non serve attendere decenni per vederne gli effetti: bastano pochi anni di glicemia elevata per avviare un processo di deterioramento che può coinvolgere cuore, occhi, reni, nervi e persino il cervello. I medici lo spiegano senza mezzi termini: l’eccesso di glucosio nel sangue danneggia lentamente i vasi sanguigni, compromettendo l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti.
Questa sorta di “erosione interna” può rimanere a lungo silenziosa, ma quando compaiono i sintomi, spesso il danno è già avanzato. Le conseguenze possono colpire più aree contemporaneamente, rendendo il quadro clinico complesso. Dalla vista sfocata ai dolori nervosi, dai problemi epatici fino a deficit cognitivi, le complicanze si manifestano in modi diversi, ma tutte hanno un comune denominatore: un diabete fuori controllo.
Le complicazioni più frequenti: un impatto multisistemico
Tra i problemi più comuni, la retinopatia diabetica compromette la retina, provocando visione offuscata o macchie nel campo visivo, fino alla cecità nei casi estremi. I reni, sotto pressione costante, rischiano l’insufficienza: fino al 40% dei pazienti sviluppa forme più o meno gravi di nefropatia, con la possibilità di dover ricorrere alla dialisi.
I nervi periferici sono altrettanto vulnerabili: la neuropatia diabetica causa formicolii, dolori e perdita di sensibilità, aumentando il rischio di lesioni e infezioni, soprattutto ai piedi. Da qui nasce il temuto piede diabetico, in cui anche una piccola ferita può trasformarsi in un’ulcera difficile da curare, con possibilità di amputazione.
A peggiorare il quadro, il diabete raddoppia il rischio di infarto e ictus, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità. Ma l’impatto non si ferma qui: oltre la metà dei pazienti con diabete tipo 2 sviluppa fegato grasso, mentre chi ha il tipo 1 è più esposto a osteoporosi. Infine, un controllo glicemico inadeguato può influire anche sulla salute mentale, aumentando il rischio di Alzheimer e altre forme di demenza, come confermato dall’American Heart Association.

I segnali da non ignorare
Le complicazioni non si manifestano all’improvviso. Spesso inviano messaggi sottili, ma inequivocabili, che vanno ascoltati con attenzione. Tra i sintomi più frequenti figurano: vista offuscata, dolore o formicolio a mani e piedi, difficoltà digestive inspiegabili, ferite che non guariscono, sete eccessiva e perdita di peso non voluta. Anche il bisogno crescente di farmaci o insulina può essere un campanello d’allarme.
A volte, sintomi più seri come dolore al petto o difficoltà respiratorie possono indicare un coinvolgimento cardiaco. In questi casi, non bisogna esitare: una diagnosi tempestiva può fare la differenza. Conoscere il proprio corpo, monitorare la glicemia e fare controlli regolari sono strumenti fondamentali per tenere sotto controllo la situazione.
Come proteggersi: strategie e tecnologie a supporto
La buona notizia è che molte complicanze del diabete si possono prevenire, o almeno ritardare. Come? Attraverso uno stile di vita sano e scelte quotidiane consapevoli. Alimentazione ricca di fibre e povera di zuccheri raffinati, attività fisica regolare (almeno 150 minuti a settimana) e mantenimento del peso ideale sono i tre pilastri della prevenzione.
Altri accorgimenti fondamentali includono il monitoraggio costante della glicemia, la gestione della pressione e del colesterolo, l’astensione dal fumo e il consumo moderato di alcol. Le tecnologie, oggi, giocano un ruolo chiave: i sistemi automatizzati di somministrazione dell’insulina (AID) – come riconosciuto dall’American Diabetes Association – aiutano a migliorare la qualità della vita e a mantenere più stabile il controllo glicemico.
Con una diagnosi precoce, terapie appropriate e un approccio proattivo, vivere bene con il diabete è assolutamente possibile. Serve consapevolezza, costanza e una buona alleanza con il proprio medico. Perché sì, il diabete è una condizione seria. Ma non deve diventare un ostacolo insormontabile.

