L’ipertensione, spesso soprannominata il “killer silenzioso”, non si manifesta di frequente con sintomi evidenti. Tuttavia, nelle crisi ipertensive, il mal di testa può emergere come un campanello d’allarme.

L’ipertensione è una delle patologie più diffuse al mondo e, al tempo stesso, una delle più subdole. Spesso non dà segnali evidenti, motivo per cui viene definita il “killer silenzioso”. Tuttavia, in alcuni casi specifici, il corpo può lanciare degli avvertimenti che non vanno ignorati, come il mal di testa. Ma qual è davvero il legame tra pressione alta e cefalea? Capire quando il dolore alla testa è un sintomo occasionale e quando invece rappresenta un segnale di allarme può fare la differenza nella prevenzione di gravi complicanze cardiovascolari. In questa guida approfondiamo il rapporto tra ipertensione e mal di testa, analizzando quando preoccuparsi e come agire per proteggere la propria salute.
Quando la pressione alta non parla
L’ipertensione arteriosa è una condizione insidiosa in cui i sintomi, nella maggior parte dei casi, restano silenti. Non c’è da stupirsi se il mal di testa o le epistassi non rientrano nei segnali tipici. Eppure, è cruciale comunicare al medico qualsiasi sintomo anomalo o persistente, indipendentemente dai livelli pressori, per prevenire complicazioni future.
Il ruolo del mal di testa nelle crisi ipertensive

Solo durante una crisi ipertensiva, con una pressione sanguigna che supera i 180/120 mmHg, il mal di testa può diventare un sintomo prominente. Questo tipo di cefalea si presenta di solito come un dolore bilaterale e pulsante, che può intensificarsi con l’attività fisica. Se non trattata, potrebbe accompagnarsi a nausea, problemi visivi o persino cambiamenti nello stato di coscienza, evolvendo in alcune situazioni verso l’encefalopatia ipertensiva.
Condizioni collegate a improvvisi rialzi pressori
Esistono diverse patologie che possono causare un improvviso aumento della pressione sanguigna, scatenando così un mal di testa. Tra queste, troviamo condizioni come il feocromocitoma, la preeclampsia e l’eclampsia durante la gravidanza. Anche situazioni di reazioni acute a determinati farmaci o sostanze d’abuso, oltre alla sospensione brusca di beta-bloccanti, alfa-stimolanti o alcol, possono indurre cefalea.
Conoscere i segnali, anche quelli più sottili, è fondamentale per affrontare tempestivamente una condizione che, se trascurata, può portare a gravi conseguenze per la salute. Essere informati è il primo passo verso una gestione efficace dell’ipertensione.

