L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) lancia l’allarme sulla finasteride, un farmaco utilizzato per l’alopecia androgenetica e l’iperplasia prostatica benigna. Scopri le nuove linee guida e i motivi dietro questa decisione cruciale.

Gli esperti dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) hanno recentemente emesso un importante avvertimento riguardo alla sicurezza della finasteride. Dopo una scrupolosa revisione dei dati disponibili, l’EMA ha identificato un possibile collegamento tra l’uso del farmaco e l’insorgenza di pensieri suicidari, anche se al momento la frequenza di tali effetti non è ancora chiaramente definita. Questa raccomandazione, che coinvolge tutte le agenzie del farmaco in Europa, tra cui l’AIFA in Italia, esorta a intensificare il monitoraggio e ad aumentare la consapevolezza sia tra i medici che i pazienti.
Le Origini e la Diffusione della Finasteride

La storia della finasteride risale agli anni ’70 nei laboratori di Merck & Co. Qui gli scienziati cercavano un modo per influenzare il metabolismo del diidrotestosterone (DHT), un metabolita del testosterone coinvolto nell’ingrossamento della prostata. Nel 1992, la finasteride da 5 mg venne approvata dalla FDA per trattare l’iperplasia prostatica benigna. Tuttavia, durante i clinici, si osservò un effetto collaterale sorprendente: alcuni pazienti riscontravano una ricrescita dei capelli. Ciò portò, nel 1997, alla creazione e all’approvazione di una versione a dosaggio ridotto, da 1 mg, specificamente destinata all’alopecia androgenetica, ottenendo un enorme successo commerciale.
Finasteride: Un Farmaco di Massa e i Suoi Effetti Collaterali
Nel nuovo millennio, la finasteride da 1 mg si affermò rapidamente come un “farmaco blockbuster”. Si trattava di uno dei pochi trattamenti farmacologici efficaci contro la perdita dei capelli, accolto con entusiasmo da chi combatteva l’alopecia. Tuttavia, presto emersero segnalazioni riguardanti effetti collaterali sessuali e psichici, incluso il calo del desiderio, disfunzioni erettili, eiaculazione dolorosa e depressione. Nel 2012, venne aggiunta una nota al foglietto illustrativo: questi effetti avversi potevano persistere anche dopo l’interruzione del trattamento.
La Sindrome Post-Finasteride e il Primo Allarme nel Regno Unito

Il termine Sindrome Post-Finasteride (PFS) venne coniato per descrivere una serie di sintomi sessuali, neurologici e psicologici persistenti. La comunità scientifica rimane divisa sulla legittimità di questa sindrome, ma alcuni studi, come quelli dell’Università degli Studi di Milano, suggeriscono che l’inibizione della feniletanolamina N-metiltransferasi (PNMT) possa essere alla base dei disturbi riscontrati. La ricerca ha rilevato che la finasteride può alterare la produzione di neurosteroidi, influenzando il sistema nervoso centrale e modificando l’espressione genica nell’ipotalamo e nell’ippocampo.
Nel 2024, il report della MHRA britannica sottolineò gli stessi rischi, riportando casi di disfunzioni sessuali e disturbi psichici, alcuni con esiti suicidari. In risposta, è stata introdotta nel Regno Unito una “patient alert card” per informare sui possibili pericoli.
Un anno dopo, l’EMA ha seguito la stessa linea di condotta, raccomandando un dialogo aperto sui possibili effetti collaterali della finasteride, con particolare attenzione alla salute mentale, soprattutto nei giovani uomini che usano il farmaco per il trattamento dell’alopecia androgenetica.