Una nuova ricerca collega la qualità dell’aria allo sviluppo della miopia nei più piccoli, suggerendo che i fattori ambientali abbiano un impatto maggiore di quanto si pensasse.

L’inquinamento atmosferico, ormai onnipresente a livello globale, non danneggia solo i polmoni o il cuore. Sempre più studi lo indicano anche come un potenziale fattore di rischio per la salute visiva. Tra le minacce silenziose che colpiscono i bambini, la miopia emerge ora come una delle più strettamente legate alla qualità dell’aria. Secondo una recente pubblicazione su PNAS Nexus, i ricercatori hanno rilevato una possibile associazione tra esposizione agli agenti inquinanti e un aumento dei casi di miopia nei giovani in età scolare.
Non si tratta di un’ipotesi isolata: alla predisposizione genetica e al tempo trascorso davanti agli schermi, potrebbe quindi aggiungersi anche l’ambiente in cui si vive come elemento determinante nello sviluppo della vista.
Uno studio su larga scala: i risultati sorprendono
Analizzando i dati di oltre 30.000 bambini nell’Asia orientale, in particolare in Cina, gli scienziati hanno sfruttato il machine learning per incrociare fattori genetici, ambientali e comportamentali. I risultati? Nei contesti meno inquinati, i casi di miopia si riducono significativamente, soprattutto tra i più piccoli. I bambini della scuola primaria, in particolare, sembrano trarre maggiore beneficio da un’aria pulita rispetto agli adolescenti o a chi soffre già di una miopia più avanzata.
Fra gli inquinanti più pericolosi per la vista spiccano il biossido di azoto e le polveri sottili (PM2.5), capaci non solo di infiammare le vie respiratorie ma anche di danneggiare direttamente gli occhi. Il loro effetto è duplice: da un lato provocano stress ossidativo e infiammazioni oculari, dall’altro limitano l’esposizione alla luce solare, fondamentale per lo sviluppo visivo.

Una minaccia globale, non solo asiatica
I segnali di allarme non si fermano al continente asiatico. Negli Stati Uniti, una ricerca condotta a Denver, in Colorado, ha documentato un aumento delle visite oftalmiche correlate all’inquinamento urbano. Anche in questo caso, a destare preoccupazione sono le sostanze rilasciate durante eventi estremi come gli incendi boschivi, fenomeni sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici.
In Cina, un ulteriore studio clinico pubblicato lo scorso maggio ha confermato un legame tra esposizione all’aria contaminata e insorgenza precoce della miopia nei bambini. L’emergere di questi dati a livello internazionale suggerisce che il fenomeno sia tutt’altro che circoscritto.
Prevenzione possibile, ma servono più dati
Se la genetica non si può cambiare, l’esposizione agli inquinanti è un fattore su cui si può intervenire. Gli esperti propongono soluzioni concrete: installare filtri d’aria nelle scuole, ridurre il traffico nelle aree limitrofe e aumentare le zone verdi per proteggere i più giovani. Misure semplici, ma potenzialmente decisive per la salute visiva.
Tuttavia, gli scienziati sottolineano che le ricerche disponibili, pur promettenti, non bastano ancora a stabilire una correlazione definitiva. Serviranno ulteriori studi per comprendere appieno come l’ambiente influenzi lo sviluppo della miopia e per definire strategie di prevenzione su larga scala.

