Quando accade diventa un problema sulla bocca di tutti: quanto è davvero pericoloso l’uso del latte crudo nella produzione dei formaggi.

Recenti eventi a livello internazionale hanno acceso i riflettori sul consumo di latte crudo, un tema che divide sia esperti che consumatori. In Italia, una bambina ha contratto una tossinfezione a causa del consumo di formaggio prodotto con latte crudo, mentre negli Stati Uniti è stato rilevato il virus dell’influenza aviaria, H5N1, nel latte crudo. Allo stesso tempo, in Usa, il dibattito si infiamma anche per via del sostegno di figure politiche influenti come Robert F. Kennedy, che promuove il suo consumo. Questo scenario complesso solleva importanti questioni sulla sicurezza e sui vantaggi di questo alimento tanto discusso.
Latte Crudo: cosa è veramente
Il latte crudo è un alimento che non subisce processi di pastorizzazione, una tecnica che elimina virus e batteri senza alterare i nutrienti principali. Normalmente, il latte fresco viene riscaldato a 71,7°C per 15 secondi, un passaggio che assicura la sicurezza alimentare pur mantenendo intatto il valore nutrizionale. I sostenitori del latte crudo, tuttavia, ne apprezzano il gusto più autentico e la conservazione di certi nutrienti come anticorpi e enzimi, compromessi durante la pastorizzazione. Nonostante il fascino che esercita su molti, il consumo di latte crudo è strettamente legato a rischi di contaminazione.
I Pericoli Collegati al Latte Crudo

Consumare latte crudo implica affrontare il rischio di esposizione a vari agenti patogeni. Le vacche, durante la mungitura e il trasporto, possono contaminare il latte con microrganismi pericolosi come E. coli, Listeria e Campylobacter. Per questo motivo, le autorità italiane hanno imposto ai distributori di latte crudo di esporre avvisi che sottolineano l’importanza di consumarlo solo dopo bollitura. Il problema, però, non si limita al latte stesso: molti formaggi, inclusi prodotti apprezzati come taleggio e fontina, possono essere affetti dalle stesse minacce microbiologiche.
Il Virus dell’Influenza Aviaria nel Latte Crudo

A preoccupare ulteriormente la comunità internazionale è la recente scoperta del virus H5N1 nel latte crudo negli Stati Uniti. Il virus, noto principalmente per colpire gli uccelli, di rado infetta gli umani, ma l’espansione nei bovini rappresenta un rischio significativo. Casi di infezione sono stati riportati in vari stati, portando le autorità sanitarie a monitorare attentamente la situazione. Il timore è che il virus possa mutare e diventare capace di trasmettersi facilmente tra gli esseri umani, soprattutto se si verificassero condizioni adatte per uno scambio genetico tra virus aviari e umani.
Cosa sapere per stare tranquilli
Secondo Antonello Paparella, professore di Microbiologia alimentare, il latte crudo e i formaggi derivati, pur essendo parte della nostra cultura alimentare, devono essere consumati con cautela, soprattutto da individui vulnerabili. Investimenti nella ricerca e protocolli rigorosi di produzione potrebbero migliorare la sicurezza di questi alimenti. Il mantenimento della catena del freddo e l’attenzione ai metodi di conservazione in casa sono essenziali per ridurre i rischi. Mentre la trasmissione del virus dell’influenza aviaria tramite latte crudo agli esseri umani sembra improbabile, le misure preventive rimangono imperative.