Un quadro clinico complesso sta mettendo alla prova la salute di Papa Francesco, ricoverato da quattro giorni al Gemelli. Sebbene la notte sia trascorsa senza eventi rilevanti, i medici della Santa Sede hanno riscontrato un’infezione polimicrobica delle vie respiratorie, costringendo a un aggiustamento delle terapie in corso.

Papa Francesco, sempre al centro dell’attenzione mondiale, si trova ora ad affrontare una nuova sfida sanitaria. Nonostante una notte serena nell’ospedale Gemelli, gli ultimi esami indicano una situazione polimicrobica delle vie respiratorie. Questo termine complesso descrive una condizione in cui diversi microrganismi attaccano contemporaneamente l’apparato respiratorio, complicando diagnosi e trattamento.
Che cos’è un’infezione polimicrobica?
Un’infezione polimicrobica coinvolge la compresenza di molteplici agenti patogeni nel sistema respiratorio, come batteri, virus e funghi. Questi microrganismi, interagendo tra loro, possono intensificare la loro pericolosità, rendendo più arduo identificare e curare l’infezione. Ma quali sono i meccanismi che alimentano tale complessità?
Cause e fattori di rischio
Le possibilità di sviluppare un’infezione polimicrobica non sono così rare come si potrebbe pensare. Condizioni cliniche come le polmoniti e le broncopneumopatie croniche ostruttive (Bpco) spesso presentano aggravamenti infettivi. Infine, virus influenzali e Covid-19 possono aprire la strada a sovrainfezioni batteriche. Fattori di rischio significativi includono deficit immunitari, comuni nei pazienti oncologici, trapiantati o affetti da HIV. Anche malattie genetiche come la fibrosi cistica possono esporre a infezioni da batteri quali Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus.
Quali sono i sintomi?

Gli effetti di un’infezione polimicrobica sulle vie respiratorie possono manifestarsi in modi diversi, a seconda dei microrganismi coinvolti. Tra i sintomi più frequenti si segnalano febbre persistente o in ricorrenza, tosse con espettorato denso, difficoltà respiratoria, dolore al petto, astenia e sensazione generale di debolezza. Inoltre, talvolta si percepiscono sibilanti o rantoli polmonari. Tuttavia, come si giunge a una diagnosi precisa di una condizione così complessa?
Come si arriva alla diagnosi
Per diagnosticare un’infezione polimicrobica nelle vie respiratorie sono indispensabili alcuni esami microbiologici e radiologici avanzati. Si effettuano, quindi, colture di espettorato, lavaggi broncoalveolari e tamponi nasofaringei, seguiti da test molecolari come la PCR per individuare eventuali virus o batteri resistenti agli antibiotici. Radiografie toraciche e TAC polmonari aiutano a visualizzare infiltrati e lesioni. Nei casi più complessi, si ricorre a emocolture e biomarcatori infiammatori per valutare la possibile presenza di sepsi o infezioni sistemiche.
Come si interviene

Qual è la risposta medica a un’infezione polimicrobica? Il trattamento dipende dalla gravità della situazione e dalla natura dei microrganismi. Spesso si inizia con antibiotici a largo spettro, affinando successivamente la terapia sulla base dei risultati coltura. Per infezioni che coinvolgono anche virus o funghi, si prescrivono antivirali e antifungini. Nei casi critici, in cui è presente un’insufficienza respiratoria, si potrebbe ricorrere al supporto ventilatorio, oltre al drenaggio delle secrezioni tramite fisioterapia respiratoria o broncoscopia. Pazienti immunodepressi possono necessitare di immunoglobuline o terapie di supporto.
I tassi di mortalità
La mortalità associata a infezioni di questo tipo è influenzata da diversi elementi, come l’età del paziente, la presenza di comorbidità e la tempestività delle cure. Soprattutto nei pazienti ospedalizzati con polmonite nosocomiale, il rischio di mortalità può variare tra il 20% e il 50%. Nei casi di Bpco con riacutizzazioni infettive, l’incremento del rischio è legato a una cronica compromissione respiratoria. In soggetti immunosoppressi, le infezioni polimicrobiche rappresentano un pericolo maggiore, potendo evolvere rapidamente in sepsi e insufficienza multiorgano.