Misure speciali consentono ai farmacisti di produrre farmaci galenici e realizzare sostituzioni terapeutiche. Ecco come l’Europa tenta di arginare la crisi.

I problemi di approvvigionamento di antibiotici e farmaci cardiovascolari tormentano l’Europa, sollevando preoccupazioni per la salute pubblica e la stabilità del sistema sanitario. Un recente sondaggio condotto dall’associazione europea dei farmacisti mette in evidenza la gravità della situazione, coinvolgendo ventotto nazioni, Italia inclusa.
La crisi dell’approvvigionamento farmaceutico
L’Europa sta affrontando una penuria di farmaci senza precedenti, con la carenza che colpisce oltre mille tipologie di medicinali in diverse nazioni. Ma cosa alimenta questa situazione allarmante? Secondo i farmacisti, la produzione interrotta, le strategie di pricing e di fornitura, e un’improvvisa impennata nella domanda sono i principali responsabili. Le politiche di gara, ideate per determinare i prezzi migliori, spesso ostacolano un approvvigionamento fluido e tempestivo, peggiorando la crisi.
Nel tentativo di mitigare la questione, alcuni stati europei hanno concesso poteri speciali ai farmacisti, autorizzandoli ad adattare dosaggi e formulazioni, produrre farmaci galenici e attuare sostituzioni terapeutiche. Questo provvedimento, adottato già nel 2024, sembra aver contribuito a tamponare temporaneamente l’emergenza, ma con risultati alterni. Mentre alcuni Paesi segnalano una riduzione delle carenze, la realtà è che sempre più nazioni devono affrontare livelli di approvvigionamento critici.
Un sistema sotto pressione
L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha mosso i primi passi per centralizzare le segnalazioni di emergenze attraverso una piattaforma online dedicata, imponendo l’obbligo di comunicare eventuali disagi nella produzione. In parallelo, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) mantiene aggiornato in tempo reale un database con oltre 2.800 formulazioni interessate da scarsità. Un aspetto rivela che, sebbene esista una variazione generica per molte di queste preparazioni, il gap rimane inquietante. Solo per una trentina di principi attivi si registrano numerose richieste di importazione dall’estero, evidenziando un’urgenza che non accenna a diminuire.
Il presidente dell’Aifa, Robert Nisticò, ha posto il problema della carenza tra le priorità del suo mandato. L’importazione temporanea è stata autorizzata per cercare di colmare le lacune più critiche nel mercato interno, ma è evidente che serve una strategia più sostenibile e a lungo termine.

Impatti Socio-Economici e sfide future
Le conseguenze di questa crisi si riversano inevitabilmente sui cittadini. Dai dati del sondaggio emerge che interruzioni dei trattamenti stanno aumentando, con l’82% dei Paesi intervistati che ha riportato queste difficoltà. Inoltre, il 61% ha segnalato una crescita delle spese a carico dei cittadini, che spesso devono ricorrere a soluzioni terapeutiche più costose o non coperte dal sistema sanitario pubblico. La fiducia nei medicinali, nelle farmacie e nel sistema sanitario nel suo complesso è seriamente compromessa, sempre secondo il 61% dei rispondenti.
La situazione richiede dunque un intervento urgente. È necessario che governi e istituzioni sanitarie lavorino insieme per garantire la disponibilità di farmaci essenziali e ristabilire la fiducia pubblica. Solo attraverso azioni coordinate, intraprese a livello europeo e nazionale, sarà possibile affrontare in modo efficace questa crisi sistemica.