Mentre i casi di sindromi simil-influenzali continuano a proliferare, la pressione su ospedali e medici di famiglia aumenta esponenzialmente, con molti pazienti costretti a lunghe attese nei pronto soccorso, in attesa di un letto disponibile.

I dati recentemente rilasciati dal sistema di sorveglianza RespVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità dipingono un quadro preoccupante: un’impennata dei casi di sindromi simil-influenzali ha colpito, in particolare, regioni come la Lombardia, il Friuli-Venezia Giulia, l’Emilia-Romagna, la Toscana, l’Umbria, l’Abruzzo, la Puglia e la Sardegna. Una varietà di virus, tra cui il Virus Respiratorio Sinciziale, il SARS-CoV-2, il Rhinovirus e il Metapneumovirus, affiancano i più tradizionali virus influenzali, amplificando il numero di contagi.
Il Crescente Rischio di Virus Multipli

Qual è la situazione reale? Secondo Roberto Parrella, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), “la co-circolazione di questi diversi virus può aumentare il rischio clinico e la possibilità di complicanze”. Le categorie più vulnerabili sono soprattutto gli anziani, i pazienti fragili affetti da patologie croniche o con sistemi immunitari compromessi, e i bambini molto piccoli. Lorenzo Palleschi, presidente della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (Sigot), conferma che si sta assistendo a un marcato aumento dei casi di influenza con complicazioni polmonari. Questa situazione si traduce in una crescente necessità di ricorrere agli ospedali. “La maggior parte dei Pronto Soccorso delle grandi città sono intasati”, osserva Palleschi. In molti casi, i pazienti, dopo essere stati stabilizzati, rimangono bloccati nei pronto soccorso in attesa della disponibilità di un letto in reparto, e ciò ha persino causato l’interruzione del servizio di alcune ambulanze.
La Pressione sulle Cure Primarie
Ma qual è la condizione del territorio? Purtroppo, non va meglio. Alessandro Rossi, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, descrive uno scenario di grande pressione: “Studi, ambulatori, visite domiciliari sono di fronte a una grande pressione. Siamo al massimo impatto epidemiologico.” Quello che complica ulteriormente la situazione è l’insolita persistenza dell’influenza di quest’anno. La fase acuta con febbre dura 3-4 giorni ed è seguita da un periodo di sintomi debilitanti come astenia, cefalea e dolori muscolari. Questa situazione può portare a prescrizioni inappropriate di antibiotici, un problema che richiede attenzione e gestione accurata.
La Necessità di Migliorare le Coperture Vaccinali
Se guardiamo avanti, cosa possiamo fare? Rafforzare le campagne vaccinali è una priorità, secondo Rossi, poiché attualmente ci troviamo lontani dalle coperture ottimali. “Migliorare le coperture vaccinali” è essenziale per contenere la diffusione di malattie respiratorie che stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario. La promozione della vaccinazione dovrebbe essere vista come un obiettivo immediato e cruciale per contrastare la diffusione delle infezioni. In un clima di crescente allerta, le istituzioni sanitarie e i cittadini devono lavorare insieme per scongiurare un ulteriore peggioramento della situazione.