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Vaginosi, un disturbo che colpisce il 75% delle donne almeno una volta nella vita

Che cos'è la vaginosi, come mai insorge, quali sono le principali cure e quali ovuli si possono usare come terapia.

Dicembre 5, 2018
in Ostetricia e ginecologia
Vaginosi

Vaginosi - credit: stock.adobe.com

La vaginosi batterica si caratterizza per corrispondere all’infezione vaginale che va a colpire con la maggiore frequenze le donne. Questa particolare patologia che va modificare il naturale ecosistema che caratterizza l’ambiente vaginale e il suo particolare pH. In poche parole, l’infezione va a causare uno squilibrio che coinvolge i microrganismi che si trovano all’interno della vagina e difendono tale area. Nello specifico la vaginosi batterica provocherà una riduzione della concentrazione di Lactobacilli, che di solito hanno la funzione di conservare l’ambiente vaginale lievemente acido (i valori normali del pH vaginale si aggirano intorno a 4,5) e, di conseguenza, difenderlo rispetto alle possibili proliferazioni di batteri.

Quali sono le cause delle perdite maleodoranti

Nella maggior parte dei casi queste particolari secrezioni vaginali che hanno un cattivo odore (come di pesce) non sono altro che un sintomo legato allo sviluppo di una vaginosi batterica, che viene causata essenzialmente dalla diffusione del batterio Gardnerella vaginalis. Si tratta di un disturbo che non deve essere mai sottovalutato e trattato superficialmente, anche in virtù del fatto che può comportare un ostacolo psicologico importante nella vita di tutti i giorni, soprattutto nella relazione con il proprio partner. Si tratta di perdite che possono insorgere a qualsiasi età, anche nelle donne che stanno aspettando un bambino e hanno la peculiarità di essere recidive. Tra le altre cause possiamo trovare indubbiamente anche uno stato di infiammazione cronica che va a colpire il colon, ma anche stitichezza, visto che si tratta di patologie che possono modificare la flora batterica. Un’altra possibile causa è rappresentata dalla cistite ricorrente.

Che cura si può seguire per le perdite maleodoranti

È abbastanza facile intuire come se non si adotta un trattamento adatto, è impossibile curare la vaginosi batterica con dei rimedi naturali. Nella maggior parte dei casi, la paziente deve seguire una terapia a base di farmaci antibiotici, che può essere ad applicazione orale oppure locale, per una durata massima pari a sei giorni. Il suggerimento da seguire è quello di impiegare in ogni casi il preservativo per avere dei rapporti sessuali mentre si sta seguendo il trattamento. L’attività di prevenzione, inoltre, è altrettanto importante: per questo motivo si consiglia di acidificare la vagina eseguendo dei trattamenti a base di farmaci probiotici e prebiotici che si possono assumere per via orale oppure come ovuli, in modo particolare nel corso del ciclo mestruale. Un altro ottimo rimedio per prevenire questa problematica è indubbiamente la vitamina C. La vaginosi batterica può insorgere più spesso nelle donne che hanno dei rapporti sessuali con vari partner: non si tratta di una patologia che si può trasmettere sessuale, ma in ogni caso l’impiego del preservativo è sempre consigliato anche come prevenzione. È importante anche seguire una dieta equilibrata, che preveda un adeguato consumo di frutto e verdura, magari usando anche delle sostanze naturali, come ad esempio l’echinacea per andare a rafforzare sempre di più il sistema immunitario.

Come si usano gli ovuli metronidazolo

Il metronidazolo è il principio attivo di un farmaco, denominato Meclon, che viene utilizzato piuttosto di frequente per la cura di sintomi connessi alle infezioni che vanno a colpire l’apparato vaginale. Nello specifico risulta essere particolarmente efficace per la cura delle cervico-vaginiti e vulvo vaginiti, dovute all’azione di microrganismi che hanno una notevole sensibilità nei confronti sia del metronidazolo che del clotrimazolo. Meclon deve essere sempre impiegato dopo la prescrizione da parte del medico, in maniera tale che i dosaggi raggiungano la massima efficacia. Nella maggior parte dei casi, per portare a dei benefici al paziente, il trattamento deve durare quantomeno sei giorni. La terapia, piuttosto di frequente, deve essere estesa anche al partner, con un intento chiaramente di prevenzione. In alcuni casi particolari, il trattamento a base di Meclon non deve essere il solo, visto che si deve associare ad una terapia orale, in modo tale da poter ottenere degli importanti miglioramenti della salute del paziente. Meclon si caratterizza per essere un farmaco che viene preparato con Clotrimazolo e Metronidazolo e fa parte dei medicinali antisettici ginecologici e antimicrobici.

Vaginosi
Vaginosi

Le cause della vulvovaginite batterica

Le vaginiti batteriche si devono chiaramente differenziare rispetto alle vaginosi batteriche, dal momento che sono per tradizione specifiche. Le vaginiti includono tutta una serie di affezioni che possono avere cause diverse, anche se presentano in comune qualche sintomo (come ad esempio il bruciore, fastidio e prurito), ma anche spesso i veri e propri segnali della presenza di un’infiammazione (che di solito corrispondono ad arrossamento, gonfiore, secrezione, infiltrazione leucocitaria). Nel momento in cui si parla di vulvovaginite batterica si fa riferimento ad un’affezione che va a colpire sia la vagina che la vulvae possono essere causate da agenti batterici come Haemophilus Ducreyi, Chlamydia Thrachomatis, Treponema pallidum, Neisseria Gonorrhoeae e Calynunatobacterium Granulomatis. La vulvovaginite micotica, invece, si caratterizza per essere un’infezione che va a colpire la vagina e che viene provocata dalla specie Candida: in compagnia delle vaginosi batteriche, si tratta di una delle cause più frequenti di vulvovaginite. Circa il 75% delle donne contrae tale patologia almeno una volta in tutta la vita. Per quanto riguarda il trattamento terapeutico per la Candida, è fondamentale associare una cura topica con una cura sistemica che svolga un’attività fungistatica e una fungicida, in maniera tale da poter ripristinare l’equilibrio all’interno di un ecosistema vaginale che ha subito diversi danni.

Come si usano gli ovuli Clindamicina

Cleocin ovuli è una soluzione ottimale per la cura delle infezioni che colpiscono l’apparato vaginale dovute all’azione di microrganismi che sono sensibili nei confronti delle lincosamidi, come ad esempio la Clindamicina. Quest’ultimo rappresenta il principio attivo di Cleocin, ovvero un antibiotico semisintetico che si può acquistare sia sotto forma di crema che di ovuli vaginali. Quando viene usato con l’applicazione topica permette al principio attivo di far arrivare all’interno della vagina delle concentrazioni tali da poter contrastare l’attività dei batteri. Si tratta di un farmaco che permette di ottenere ottimi benefici nei confronti delle vaginosi batteriche, dovute all’azione di Mobiluncus, Bacteroides, Mycoplasma Homins e Peptostreptococcus, ma anche e soprattutto Gardnerella vaginalis. Nella maggior parte dei casi si consiglia di utilizzare un ovulo al giorno prima di andare a dormire. Per quanto riguarda la crema, invece, si suggerisce un’applicazione da 5 grammi per un trattamento compreso tra 3 e 7 giorni.

Tags: batteriodietadonnegonfiore
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