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Per tossicodipendenza, si vuole indicare un comportamento che si instaura a seguito dell’impiego cronico o compulsivo di sostanze come le droghe, i farmaci e l’alcol.
Definizione di tossicodipendenza
La tossicodipendenza da sostanze, è definita come un disturbo cronico recidivante, caratterizzato da:
1. Comportamento compulsivo verso la ricerca e l’assunzione della sostanza
2. Episodi di stato d’animo emozionale negativo, caratterizzato da irritabilità, ansia e da disforia, quando l’accesso alla sostanza e vietato
3. Perdita del controllo verso l’assunzione della sostanza
L’impiego di droghe, provoca nel tossicodipendente l’illusione che tutti i problemi che deve combattere, si possano risolvere in fretta, perché tramite l’assunzione, la sostanza lo fa sentire subito meglio e di conseguenza si instaura nel cervello un meccanismo di dipendenza. La dipendenza da sostanze è un problema sanitario e sociale diffuso in tutto il mondo, con conseguenze anche sull’ordine pubblico e sulla spesa pubblica, perché è oggetto di diversi interventi generici oppure specifici da parte dello Stato. Con l’assunzione di droghe, farmaci o alcol, si possono avere effetti negativi sula salute, e possono essere inoltre diretti, ovvero provocati per via della somministrazione, oppure indiretti, ovvero che sono la conseguenza di abuso di sostanze, che può determinare la comparsa di cirrosi epatica, epatite B e C e AIV. La popolazione più vulnerabile a tale fenomeno è quella adolescenziale, perché più esposta verso circuiti neurali in fase di sviluppo, accompagnati da una maggiore facilità nell’aver accesso alle sostanze d’abuso.
Tossicodipendenza, metadone e disagio psicologico
Attualmente non esiste una vera e propria cura farmacologica per combattere la dipendenza ed il desiderio di droghe, anche se diverse sostanze sono in via sperimentale. Una tra le sostanze più discussa, che vine impiegata nella riabilitazione del tossicodipendente da parte dei SERT, è il Metadone, che sembra avere effetti più lunghi rispetto all’eroina ed è per questo che basta una somministrazione orale al giorno ed inoltre non manifesta nel malato effetti euforici tipici dell’eroina e che fanno aumentare la dipendenza. L’impiego di tale sostanza, e la sospensione graduale, può aiutare la persona ad uscire dalla tossicodipendenza, ma questa non previene le eventuali ricadute. Oltre a questa pratica, bisogna comprendere tutti gli aspetti psicologici e sociali del paziente, per aiutarlo nell’inserimento della vita lavorativa e sociale. E’ possibile attivare dei programmi e corsi di formazione che permettono in maniera concreta di recuperare e sviluppare contemporaneamente, tutte le sue abilità e gli interessi personali.

I sintomi della tossicodipendenza
In base alla sostanza utilizzata, variano i sintomi della tossicodipendenza, ma questi generalmente sono caratterizzati da: difficoltà della masticazione, stato confusionale, depressione, vertigini, ipotensione, difficoltà nella respirazione, letargia, vuoti di memoria, alterazione della percezione degli odori, stitichezza, irritazione della cute, euforia estrema, riduzione dei freni inibitori, alterazioni dell’udito, vista maggiorata, perdita di coscienza, incapacità di razionalizzare, perdita di memoria, tachicardia o bradicardia, ipertensione e sonnolenza. Il malato inoltre, ha sempre necessità di assumere droghe, ed un rallentamento dei riflessi, accompagnato da pensieri paranoici, rossore degli occhi, vuoti di memoria. Anche l’anoressia può rientrare a far parte della sintomatologia nella tossicodipendenza, così come l’aumento della temperatura corporea, la congestione nasale, danno della mucosa nasale, diminuzione ponderale, paranoie, allucinazioni, tremore, attacchi di panico, e delirio.
Le cause della tossicodipendenza
Parlare di una vera e propria causa scatenante nella tossicodipendenza, risulta essere molto scontato, perché la persona, è spinta da un forte desiderio di assumere una determinata sostanza, per ottenere in cambio piacere ed euforia, per sapendo nella maggior parte dei casi, cosa comporta tale utilizzo. Moltissime persone che una volta abusavano di droghe, raccontano che tutto è iniziato per gioco, oppure per sfida e trasgressione, spinti dalla sicurezza di poter smettere in qualsiasi momento. Tale certezza è sbagliata sin dalla prima assunzione, perché il nostro cervello, una volta a contatto con sostanze stupefacenti, viene alterato nelle sue capacità verso la percezione del piacere, innescando in questa maniera una serie di meccanismi di natura ossessivo-compulsiva, che con il passare del tempo, si rivelano particolarmente dannosi per il soggetto, che si ritrova ad essere spinto dal desiderio o necessità di assumere sempre più droga e finisce così per danneggiare seriamente la sua vita. È stato possibile evidenziare, tramite una ricerca dettagliata, che alcuni individui abbiano una propensione innata verso l’abuso di farmaci, perché geneticamente predisposti. Questo non significa che un bambino nato da un genitore tossico, diventerà in futuro tossico anche lui, nonostante in questi bambini si registra una maggiore propensione alla tossicodipendenza rispetto ai bambini nati da individui sani.
La tossicodipendenza in Italia
Lo scorso anno, il dipartimento delle Politiche Antidroga ha stilato i dati relativi allo stato di tossicodipendenza in Italia, che ha evidenziato un forte calo delle morti per abuso dal 1999, ovvero dai 1.002 del 99, ai 344 del 2013. Il crollo c’è stato nei primi anni del nuovo millennio, seguito da una leggera crescita nel 2014, mentre negli ultimi anni è restata abbastanza stabile. Tali dati sono i più recenti che abbiamo attualmente a disposizione, e sono gli unici inoltre su cui ci si possa fare realmente un’idea sulla situazione attuale.
Il fatto che le morti in calo sia decennale, e l’attuale assenza di elementi che facciano pensare ad un aumento radicale delle morti per droga, tolto qualche fatto isolato di cronica, fanno pensare che nonostante tutto, la situazione ad oggi non sia cambiata moltissimo. Nel 45% delle morti per droga del 2013, non è stato possibile rilevare la sostanza assunta che provocato il decesso.
Come uscire dalla tossicodipendenza
Il primo passo da compiere se si vuole uscire dal tunnel della tossicodipendenza, e contattare il proprio medico o il consultorio del proprio paese. Successivamente segue la fase di disintossicazione in un reparto specializzato che può essere una clinica privata oppure un ospedale, me la disassuefazione psichica sempre tramite strutture specializzate per superare la tossicodipendenza, oppure tramite comunità terapeutiche per un periodo minimo di 12 o 18 mesi. Una volta terminato il percorso fisico, il malato deve riappropriarsi della propria vita, e per farlo ha bisogni di reinserirsi nel mondo del lavoro.
Spesso si può ricorrere anche a trattamenti ambulatoriali, che presuppongono molta disciplina dal parte del soggetto, ed in caso di dipendenza grave, tale soluzione non è consigliabile.