Home » News » Lotta al Covid: lo studio italiano che sa chi vaccinare

Lotta al Covid: lo studio italiano che sa chi vaccinare

Lotta al Covid: lo studio italiano che sa chi vaccinare
Photo by HelenJank – Pixabay
Lettura: 3 minuti

Anche a distanza di 5 anni dallo scoppio della pandemia si parla di Covid. La ricerca italiana che conosce in anticipo quali sono i soggetti maggiormente a rischio e perchè vanno vaccinati.

Lotta al Covid: lo studio italiano che sa chi vaccinare
Photo by IqbalStock – Pixabay

Un team multidisciplinare di ricerca guidato dal professor Antonio Giordano ha sviluppato un metodo rivoluzionario per determinare a chi somministrare prioritariamente il vaccino contro il Covid-19. Lo stesso studio propone un modello per identificare chi potrebbe sviluppare forme più gravi della malattia e indaga sulle cause della diversa incidenza del virus tra Nord e Sud Italia.

La ricerca condotta all’Istituto Sbarro di Philadelphia coinvolge esperti internazionali e promette di rivoluzionare le strategie sanitarie future.

Uno Studio Pluriennale di Ampio Respiro

Avviato nel 2020 e durato cinque anni, questo studio è stato recentemente pubblicato sul Journal of Translational Medicine. Secondo Pierpaolo Correale, capo dell’Unità di Oncologia dell’ospedale Grande metropolitano Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria, il segreto risiede nella qualità delle molecole Hla nel nostro corredo genetico. Questi fattori genetici determinano la nostra capacità di combattere il Covid-19 e altri virus. Il metodo individuato dai ricercatori potrebbe avere applicazioni ben oltre le infezioni virali, spaziando anche in campo oncologico e autoimmune.

Le Disparità Geografiche nell’Evoluzione della Pandemia

Lotta al Covid: lo studio italiano che sa chi vaccinare
Photo by mariohagen – Pixabay

Il gruppo di ricerca ha brevettato il metodo, evidenziando come la distribuzione degli alleli Hla vari significativamente sul territorio italiano, spiegando così il diverso impatto del Covid-19 tra Nord e Sud. Un’ipotesi intrigante suggerisce la possibile esistenza di un antico virus simile al Covid, il quale avrebbe immunizzato i discendenti di alcune aree meridionali, come la Calabria. È un affascinante esempio di come i geni possano tramandarsi e determinare la nostra vulnerabilità a future pandemie.

Un Approccio Sistematico e Approfondito

La fase epidemiologica del progetto ha coinvolto un’analisi capillare dei casi di Covid-19 registrati in Italia, utilizzando i dati dell’Istituto superiore di Sanità. Lo studio ha incluso anche 75 pazienti Covid ricoverati negli ospedali di Reggio Calabria e Napoli, oltre a 450 donatori sani. Confrontando i dati genetici Hla e l’incidenza del virus nelle diverse province italiane, lo studio ha identificato specifici alleli Hla come Hla-C01 e Hla-B44, connessi a un maggiore rischio di infezione. Tuttavia, tale associazione è variata e si è attenuata dopo la prima ondata pandemica, mentre l’espressione dell’allele Hla-B*49 è emersa come fattore protettivo duraturo.

È un esempio di come la scienza multidisciplinare possa offrire insights preziosi su questioni complesse come le pandemie, dimostrando al contempo l’importanza di una ricerca collaborativa e ben strutturata.