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Listeria: cos’è, come prevenirla, rimedi

Listeria: cos’è, come prevenirla, rimedi
Photo by geralt – Pixabay
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La vittima ha consumato un insaccato contaminato. La Procura di Perugia accusa il titolare dell’azienda produttrice.

Listeria: cos’è, come prevenirla, rimedi
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Il tragico decesso di una sessantenne a Città di Castello, collegato al consumo di un insaccato contaminato, riaccende i riflettori sul pericolo rappresentato dalla Listeria monocytogenes. La Procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio per il titolare dell’azienda produttrice con sede nella provincia di Arezzo. Questo batterio è stato rilevato in quantità superiori ai limiti consentiti nell’insaccato a base di carne suina mangiato dalla donna. La Listeria, che spesso si nasconde nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione, può facilmente contaminare diversi tipi di alimenti.

Quando il cibo diventa un nemico invisibile

La listeriosi è una malattia causata dal batterio Listeria monocytogenes, tipicamente contratta attraverso il consumo di cibo contaminato. Questo la classifica tra le tossinfezioni alimentari. Secondo il Ministero della Salute, la Listeria può trovarsi ovunque: nel suolo, nell’acqua e tra le piante, riuscendo così a contaminare latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte e insaccati stagionati in modo insufficiente. Nonostante le sue origini animali siano note da fine Ottocento, solo nel 1929 è stato riportato il primo caso umano. Negli anni recenti, soprattutto nei Paesi occidentali, la listeriosi ha suscitato crescente allarme per la sanità pubblica. Anche se rara, la gravità della malattia è marcata da alti tassi di mortalità, principalmente fra neonati, anziani, donne incinte e persone con sistema immunitario compromesso. Con una buona dose di apprensione, osserviamo come le epidemie siano sempre più frequenti, spesso innescate dalla distribuzione di alimenti contaminati attraverso grandi catene di ristorazione.

La minaccia della trasmissione alimentare

Il principale veicolo di contagio della Listeria monocytogenes è rappresentato dai cibi contaminati. In bambini e adulti sani, l’infezione può essere occasionale e di solito leggera, ma per i soggetti più vulnerabili la situazione si complica con conseguenze severe. La serietà dei sintomi dipende dalla quantità di batteri ingeriti e dallo stato di salute dell’individuo: si va da sintomi simil-influenzali a seri problemi gastroenterici e febbre alta, fino a infezioni del sangue, meningiti o aborto in individui vulnerabili. La Listeria resiste bene al freddo e all’essiccazione, una caratteristica che le permette di sopravvivere nei cibi conservati in frigorifero. Tuttavia, non può sopravvivere al calore della normale cottura casalinga.

Prevenzione e norme di sicurezza alimentare

La cura della listeriosi, essendo di origine batterica, si affida agli antibiotici. Un intervento tempestivo può prevenire la trasmissione della malattia al feto in donne incinte. Tuttavia, la miglior difesa contro la listeriosi è la prevenzione. Seguendo le linee guida generali per l’igiene alimentare, è possibile ridurre il rischio: frutta e verdura crude vanno lavate sotto acqua corrente; meloni e cetrioli puliti con una spazzola. È importante asciugare i prodotti con un panno pulito e separare le carni crude dagli altri cibi. Gli ambienti della cucina devono essere immacolati: lavarsi le mani, pulire coltelli e piani di lavoro dopo il contatto con cibi non cotti e mantenere il frigorifero alla temperatura corretta.

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Consigli per la conservazione e la cottura degli alimenti

Quando si prepara la carne, la cottura deve essere accurata e completa. Per sicurezza, i prodotti precotti e pronti devono essere consumati rapidamente, e mai oltre la data di scadenza. Gli avanzi andrebbero divisi in contenitori bassi per velocizzare il raffreddamento e consumati entro pochi giorni. I formaggi molli e il latte devono essere sicuri, cioè prodotti con latte pastorizzato. Le persone a rischio devono fare attenzione a evitare cibi come panini con carni non riscaldate ad alte temperature, e lasciare sugli scaffali paté non inscatolati e pesci affumicati con breve durata di conservazione a meno che non siano adeguatamente conservati.