Insufficienza renale cronica è una patologia particolarmente grave, che comporta una riduzione sempre maggiore della funzionalità dei reni con il passare del tempo.
Sono davvero numerose le cause che possono provocare tale situazione. Tra le altre troviamo il diabete di tipo 1 o 2, ma anche il rene policistico e la glomerulonefrite. I reni, in poche parole, più passa il tempo e più lasciano per strada le loro normali funzionalità, per colpa di una lenta, ma progressiva evoluzione della malattia. Questa patologia presenta degli effetti irreversibili, dal momento che i trattamenti che vengono consigliati al giorno d’oggi non fanno altro che renderne meno veloce la progressione, ma non sono certamente in grado di far guarire del tutto i pazienti. Tra le varie cause possiamo sicuramente trovare anche la nefrite interstiziale, nonché l’ipertensione. Inoltre, anche un blocco che perdura nel tempo relativo all’apparato urinario può comportare l’insorgenza di tale problematica, così come l’ipertrofia benigna prostatica, ma anche diverse neoplasie e i calcoli renali.
Quali sono i principali sintomi dell’insufficienza renale cronica
Insufficienza renale cronica: i sintomi
Tra i vari segnali che possono permettere di capire che vi sia in atto insufficienza renale cronica troviamo indubbiamenteepisodi di diarrea, nausea e vomito da cui poi si collegano anche casi di disidratazione e una notevole sete che permane per tutta la giornata. La minzione è particolarmente frequente durante il giorno, così come le urine presentano una tipica colorazione particolarmente chiaro. Si possono anche verificare delle urine dalla colorazione scura, così come dei problemi nella minzione, come ad esempio la difficoltà ad urinare. Inoltre, tra gli altri sintomi troviamo il prurito, dei danni alle ossa e un più elevato rischio di fratture alle ossa, alito cattivo, spasmi e crampi che vanno a colpire vari gruppi muscolari.
Che dieta bisogna seguire con l’insufficienza renale cronica
Quei soggetti che sono a rischio di insufficienza renale dovrebbero certamente ricevere adeguati consigli da parte del medico, fin dal momento in cui sono insorti i primi sintomi. Tutti quei pazienti che soffrono di diabete, di ipertensione, di lupus e di malattie renali conosciute farebbero meglio a prestare la massima attenzione, dato che sono i soggetti maggiormente a rischio. In ottica preventiva è necessario seguire in modo scrupoloso e attento una dieta. Ci sono ovviamente diverse limitazioni che devono essere rispettate: tra le altre troviamo quelle di ridurre al minimo il consumo di cibi che contengono tanto sale, tante proteine o tanto potassio. È necessario anche seguire uno stile di vita corretto per poter svolgere un’adeguata prevenzione: per questo motivo bisogna svolgere abitualmente attività fisica, evitare di fumare e anche di prendere troppo peso.
Quale terapia bisogna adottare con l’insufficienza renale cronicaLa terapia per la Insufficienza renale cronica
La terapia che viene più di frequente utilizzata per la cura di una patologia come insufficienza renale cronica è indubbiamente la dialisi, ovvero un processo che va a prendere il posto della normale funzione del rene. Negli Usa sono oltre 300 mila le persone che sopravvivono grazie alla dialisi. In certi pazienti si tratta di un rimedio solamente temporaneo, che può essere bloccato nel momento in cui i reni ritornano a funzionare nuovamente. Per tanti pazienti, invece, si tratta di una terapia che rimane per tutta la vita. Esistono due tipologie di dialisi, ovvero quella peritoneale e quella che viene chiamata emodialisi. L’emodialisi e la dialisi peritoneale funzionano in maniera differente per eseguire il filtraggio delle tossine dal corpo. Nel primo caso il sangue viene reindirizzato verso una macchina che ha la capacità di rimuovere le tossine dal sangue e di gestire anche i vari valori di sostanze chimiche che si trovano al suo interno, come ad esempio il potassio. L’emodialisi viene eseguita circa tre o quattro volte durante la settimana. Nel secondo caso viene sfruttato il peritoneo, ovvero quella parte che va a rivestire la cavità addominale, per eseguire la pulizia del sangue, grazie all’inserimento del catetere.
Insufficienza renale cronica e la frequenza con cui colpisce cani e gatti
Una delle patologie maggiormente diffuse tra cani e gatti è indubbiamente l’insufficienza renale cronica. Ci sono animali che soffrono dei sintomi prima rispetto ad altri, ma in ogni caso, con il passare del tempo, questa malattia diventa sempre più grave. Non ci sono ancora degli studi che permettono di capire quale sia con esattezza la causa di tale malattia. Di solito, in ogni caso, l’insorgenza di tale malattia sta a significare che tutti e due i reni hanno subito dei danni. Nel momento in cui la quota che funziona dei reni subisce dei danni, comincia ad attivarsi un meccanismo di riserva, che porta però a danneggiare definitivamente entrambi i reni. Quando succede quest’ultima fase, ecco che insorgono i primi sintomi nei cani e nei gatti, che devono essere portati immediatamente dal veterinario. Tra le possibili cause troviamo certamente l’ischemia renale, rene policistico, amiloidosi, tumori, patologie immunomediate, sostanze nefrotossiche e patologie infiammatorie. Tra i vari sintomi troviamo perdita di peso, anoressia, polidipsia, poliuria, iperparatiroidismo, vomito (in qualche caso con la presenza di sangue), reni piccoli e anemia non rigenerativa.
Cosa succede ai valori della creatinina con l’insufficienza renale cronica
Nel caso in cui una persona abbia sviluppata una forma di insufficienza renale cronica, una delle principali conseguenze è quella di vedere un aumento notevole della creatinina che si trova nel sangue. Infatti, tale incremento deriva dal fatto che i reni non riescono a funzionare normalmente e ad espellerla in maniera adatta dal corpo. Quindi, per colpa di tale situazione, diventa davvero molto importante eseguire una misurazione della creatinina presente nel sangue, in maniera tale da capire se vi sia o meno un’insufficienza renale in atto. Infatti, andando a rilevare la clearance della creatinina c’è la possibilità di comprendere meglio come funzioni il rene in relazione all’attività di depurazione del sangue. Tale clearance si può considerare un elemento fondamentale per la diagnosi di tale malattia. Questo calcolo si basa sempre su due valori ben definiti, ovvero la concentrazione plasmatica della creatinina e la rapidità di espulsione di una certa sostanza mediante l’urina. Quando i valori della creatinina sono inferiori a 1,5 mg/dl, allora si possono considerare normali, mentre quando sono maggiori di 2,5, fino a 8, allora vi è un’insufficienza renale avanzata e, infine, oltre gli 8 mg/dl c’è un’insufficienza renale molto grave.