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Alzheimer, ora è certo: ecco da chi dipende

Alzheimer, ora è certo: ecco da chi dipende
Photo by geralt – Pixabay
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Nel mondo della genetica, non tutte le pagine del DNA raccontano la stessa storia. Uno studio canadese rivoluziona quanto finora creduto: il rischio di Alzheimer non è principalmente trasmesso dalla madre, come si ipotizzava, ma dal padre. I ricercatori della McGill University hanno seguito 243 persone per un decennio, scoprendo che l’ereditarietà paterna potrebbe portare a un maggiore accumulo di proteine tossiche nel cervello.

Alzheimer, ora è certo: ecco da chi dipende
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La Scoperta di un Nuovo Paradigma

La recente ricerca, pubblicata su Neurology, ha monitorato individui anziani cognitivamente normali, tutti con una storia familiare di Alzheimer. Utilizzando scansioni cerebrali avanzate, lo studio ha potuto verificare l’accumulo di proteine chiave come la beta-amiloide e la tau, nonché il restringimento cerebrale e il declino cognitivo. Sorprendentemente, si è osservato che le donne accumulano più proteina tau, legata all’Alzheimer, ma dimostrano una maggiore resistenza alla perdita di volume cerebrale rispetto agli uomini. Si profila la possibilità di trattamenti su misura basati sul sesso e sulla storia familiare dei pazienti.

Differenze di Genere e Implicazioni Ormonali

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Photo by Robina Weermeijer – Unsplash

Con una coorte composta per quasi il 70% da donne, lo studio ha messo in luce che, sebbene le donne presentino livelli più alti di proteina tau nelle regioni cerebrali influenzate dalla malattia, mostrano tuttavia una miglior difesa contro il restringimento del cervello. In questo quadro, l’ipotesi è che differenze ormonali e particolari variazioni nella rete cerebrale possano offrire un ruolo protettivo. Anche se ancora non del tutto compreso, questo fenomeno apre la strada a ulteriori indagini.

Il Sorpreso Peso dell’Ereditarietà Paterna

Contrariamente a quanto ritenuto nei precedenti studi, questo nuovo lavoro indica che un padre con Alzheimer potrebbe rappresentare un rischio superiore per l’insorgere della malattia nei figli. Parallelamente, chi ha un legame materno sembra mostrare una maggiore resistenza cognitiva malgrado l’accumulo di proteine. Tali dinamiche suggeriscono che differenti percorsi ereditari potrebbero influenzare diversamente l’evoluzione della malattia.

Comprendere i Fattori Complessi

In Italia, oltre 600.000 persone convivono con l’Alzheimer, una malattia che non si presenta con le stesse caratteristiche per tutti. Cambiamenti ormonali, come quelli della menopausa, e una predisposizione genetica diversa, dettata anche dalla storia di malattia dei genitori, creano specifici profili di rischio. Sebbene lo studio presenti alcune limitazioni, come la dimensione campionaria ridotta e la mancanza di diversità, i suoi risultati potrebbero suggerire nuovi percorsi per la medicina personalizzata.

Verso un Futuro di Trattamenti Personalizzati

Questo studio offre una finestra su come sesso e genetica possano influenzare l’Alzheimer, aprendo la possibilità a terapie personalizzate. Come affrontare un tale complesso mosaico di fattori genetici, ormonali e ambientali? La scienza rimane in prima linea per rispondere a queste domande vitali, avvicinandosi sempre più a trattamenti customizzati per chi è affetto da questa insidiosa malattia.