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Alzheimer: come l’AI capisce se ti ammalerai anche tu

Alzheimer: come l’AI capisce se ti ammalerai anche tu
Photo by geralt – Pixabay
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Svelando i segreti della diagnosi precoce, la lotta contro l’Alzheimer si amplia con metodi innovativi. La chiave per terapie efficaci risiede nella scoperta tempestiva dei primi sintomi, offrendo una speranza tangibile per migliorare la qualità della vita. Esploriamo come l’analisi del movimento possa trasformare il panorama diagnostico.

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Nella complessità del mondo dei farmaci per l’Alzheimer, emerge con chiarezza una verità fondamentale: trattare la malattia precocemente è cruciale. Le terapie, se somministrate durante le fasi iniziali, quando il declino cognitivo è solo agli inizi, possono dimostrarsi significativamente più efficaci. L’obiettivo è intervenire prima che la “nebbia” cerebrale diventi impenetrabile.

L’Inizio del Declino: Riconoscere i Segni Precoci

Identificare i primi sintomi di deterioramento cognitivo è una sfida che potrebbe fare la differenza. Segnali moderati, come il dimenticare dove si è parcheggiata l’auto o confondere i nomi delle persone, possono celare ciò che gli esperti chiamano MCI, acronimo di Mild Cognitive Impairment. Questo stato è un possibile precursore dell’Alzheimer, e riconoscerlo può modificare le coordinate dell’intervento medico mirato.

Sfortunatamente, diagnosticare l’MCI non è semplice, soprattutto in regioni dove l’accesso rapido ai servizi sanitari è problematico. L’intelligenza artificiale, tuttavia, promette di cambiare le carte in tavola, consentendo di rilevare precocemente i primi segnali di declino cognitivo attraverso un’analisi dettagliata del movimento corporeo. Una soluzione innovativa offerta dalla ricerca condotta all’Università del Missouri, pubblicata su “Alzheimer’s Disease and Associated Disorders”, utilizza l’intelligenza artificiale per monitorare e analizzare le capacità motorie e il comportamento.

Diagnosi Tempestiva: novità nella ricerca

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Com’è possibile avvalersi dell’analisi motoria per una diagnosi precoce? La risposta risiede in un sistema portatile costituito da una telecamera di profondità, una pedana di forza e un’interfaccia dati. Esperti, tra cui Trent Guess, Jamie Hall e Praveen Rao, hanno condotto uno studio su anziani con possibili casi di MCI, osservando come eseguivano tre semplici compiti: restare in piedi, camminare, e alzarsi da una panchina, mentre contavano all’indietro.

I dati raccolti, processati da algoritmi di intelligenza artificiale, hanno permesso di identificare con precisione i soggetti con MCI, superando l’80% di accuratezza. Come sottolineato da Hall, attualmente solo l’8% delle persone affette da MCI negli Stati Uniti ottiene una diagnosi formale. Utilizzare il movimento per individuare il declino cognitivo, sebbene curioso, si fonda su basi neuroanatomiche solide: le aree cerebrali coinvolte nel declino cognitivo si sovrappongono a quelle responsabili della funzione motoria.

La Diagnosi attraverso l’Andatura

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L’idea di utilizzare l’analisi del movimento per anticipare il declino cognitivo non è nuova. Studi precedenti avevano dimostrato l’utilità dell’andatura per riconoscere l’MCI, come confermato da una ricerca della Florida Atlantic University, pubblicata su “Journal of Alzheimer’s Disease Reports”. Gli scienziati hanno osservato l’andatura in linea retta e in curva di soggetti anziani, scoprendo che i piccoli deficit cognitivi si manifestavano più chiaramente durante la camminata in curva, poiché essa richiede maggiori risorse attentive.

Queste differenze si rilevano attraverso diversi parametri, come la velocità media e la lunghezza del passo. I partecipanti con MCI presentavano una maggiore variabilità nei marcatori dell’andatura e mostravano una riduzione della velocità e della lunghezza del passo mentre camminavano in curva.

L’Importanza della Diagnosi Precoce

Individuare l’Alzheimer precocemente è essenziale, specialmente in assenza di comorbilità che possano rendere la diagnosi più complessa. Riconoscere i segni prodromici nei pazienti giovani permette di migliorare le prospettive terapeutiche e di intervenire efficacemente prima che i sintomi interferiscano con la vita quotidiana.

Affinché queste innovazioni diventino standard di diagnosi, è cruciale garantire l’accessibilità dei nuovi strumenti nei contesti sanitari più vari, incluse le strutture per anziani. In questo modo, si aprono nuove strade per lo screening precoce e l’intervento sui soggetti a rischio.